This post is also available in: Inglese
Bhivani, Haryana, India, 2011 / Mamiya 7, 65mm lens with Fuji 400H film
Quando li ho conosciuti, Veer e Puja vivevano in un ricovero a Delhi. Erano scappati insieme dal loro villaggio qualche settimana prima; tuttavia, la storia che intendo raccontare riguarda ciò che è successo prima che li incontrassi. Nel villaggio in cui sono cresciuti appartenevano a caste differenti e, secondo la tradizione, non potevano sposarsi. Ma si sono incontrati – e innamorati – sul bus diretto all’università che entrambi prendevano in un paese vicino. Le loro famiglie si sono opposte e alla fine Puja è stata ritirata da scuola, affinché non vedesse più Veer. Non potendo uscire, veniva trattata come una derelitta nella sua stessa casa, mentre Vee è andato via e ha ottenuto un lavoro, con la promessa che avrebbe messo qualche soldo da parte e che sarebbe tornato da lei. Aveva l’abitudine di inviarle di nascosto delle schede SIM in modo che potessero sentirsi, finché la famiglia di Puja non ha scoperto tutto e gliele ha sequestrate; i famigliari, infatti, si sono opposti così fortemente, che la picchiavano spesso, e sono arrivati a battersi con gli uomini della famiglia di Veer. Alla fine, quando uno dei suoi fratelli le ha detto che l’avrebbe uccisa, quella stessa notte Puja è fuggita a Delhi, in treno;
una volta arrivata là, lei e Veer sono andati nel ricovero e il giorno successivo si sono sposati con una semplice cerimonia. Quando li ho incontrati, qualche settimana dopo, sono rimasta colpita da quanto fossero innamorati e pieni di felicità; è molto raro vedere qualcosa del genere in India, in qualsiasi strato sociale. I vecchi del loro villaggio gli hanno proibito di tornare, e Puja non sente la sua famiglia da allora.
Inoltre, era triste perché non aveva una foto ricordo del matrimonio, allora, quando sono andata a trovarli nella loro nuova casa, mi sono offerta di scattargliene una. Mentre li guardavo prepararsi, mi sono ricordata di quel sentimento che ho notato la prima volta che li ho incontrati.
Olivia Arthur
fotografa, vive a Londra. Ha lavorato per molti anni sulle differenze culturali tra Oriente e Occidente. Il suo primo libro, Jeddah Diary, verte sulla vita delle giovani donne in Arabia Saudita, mentre il secondo, Stranger, è un viaggio a Dubai, vista attraverso gli occhi di un sopravvissuto a un naufragio. I suoi lavori sono stati presentati a livello internazionale e inclusi in diverse collezioni istituzionali in Gran Bretagna, Stati Uniti, Germania e Svizzera. Ha inoltre co-fondato Fishbar, casa editrice indipendente nonché spazio dedicato alla fotografia a Londra. È membro della Magnum Photos.